Finalmente siamo partiti. È una giornata di grande contentezza (una parola che non si usa più, ed è un peccato).
C’è una soddisfazione in ogni gesto, in ogni sguardo che ci scambiamo: un senso di quiete perché sappiamo che è proprio così che deve essere. E non importa chi è medico, chi è semplice volontario, chi è delle forze dell’ordine, chi sa usare il computer, chi sa appendere cartelli, chi fa le pulizie, chi sposta le sedie, chi appende le barchette colorate, chi porta lo scotch, chi è vaccinando, chi è che cosa o fa che cosa…
Il fatto è che si vede benissimo, oggi, che la città siamo noi. Ma non ognuno per sé, chiuso nelle proprie convinzioni, nelle certezze inespugnabili. La città, la nostra città, è in quel pezzetto ignoto che va da te a me, da lui a lei fino a tenerci tutti legati in un “noi” del quale avevamo perso i contorni: per la pandemia, certo, ma anche forse perché avevamo perso l’abitudine di pensarci al plurale. Ognuno per sé, tutti persi dietro al timore di non essere visti, non essere riconosciuti, non essere apprezzati o ascoltati abbastanza. Ed eccoci qua, ora: abbiamo preso una gran paura, abbiamo capito che stavolta il problema era grande, serio, abbiamo toccato con mano la tragedia e abbiamo deciso di lasciare da parte le fragilità per offrirci a l’un l’altro i nostri pezzetti di forza. Da soli non siamo niente, ma insieme possiamo fare molto: compreso il piccolo miracolo che vede la luce oggi e che continuerà fino a che ce ne sarà bisogno.
Grazie a tutte e a tutti: sono contenta di essere parte di questa meraviglia fatta con le nostre mani, nei nostri luoghi aperta a tutti coloro che ne avranno bisogno.
Qui sotto trascrivo alcune delle parole dei volontari, arrivate tra ieri sera e stamattina, per prepararci all’avvio:
Ho ritenuto imprescindibile dare il mio contributo, anche piccolo, per vincere e sconfiggere un male così grande. Avrò la consapevolezza che, anche grazie al mio impegno, domani il mondo sarà migliore per tutti. Monica F.
Ho accompagnato mio padre, tra i primi, mesi fa. Mi sono vista in un flusso di persone far parte della Storia. Mi sono emozionata. Silvia P.
Credo che sia giusto, dare un piccolo contributo per la comunità in cui vivo. Attilio
Mi viene da rispondere “perché non dovrei essere volontaria?” Abbiamo affrontato un anno e mezzo di perdite, in termini di vite, di tempo, di occasioni, di serenità e di sorrisi. Ora è il momento del recupero e di una risignificazione della perdita. Abbiamo bisogno di recuperare il senso di comunità, dello stare insieme e questa è l’occasione di farlo per uno scopo importantissimo: tornare a vivere. SIlvia M.
Faccio volontariato da tanti anni, non potevo mancare a questa chiamata. Un progetto troppo importante che riguarda tutta l’umanità, indispensabile per riprenderci le nostre vite. Orgogliosa di farne parte. Stefania
Ho pensato spesso ai nostri sguardi increduli e paurosi dietro a quelle.mascherine …all’inizio introvabili.Ora quegli sguardi sn cambiati, traspare quel desiderio di normalita’ tanto desiderata, e sn certa che come volontaria ne incontrero’ molti. Anna
Il vaccino e’ l’unica speranza che abbiamo per mettere ko un virus che ha messo ko tutto il mondo. L’idea di poter essere d’aiuto in questo importante progetto, mi riempe il cuore di gioia e di speranza. Sara’ bellissimo incontrare tante persone che entreranno nel centro magari con un po’ di ansia, per poi vederle uscire con il sorriso. E noi li aiuteremo a sorridere. Sara D.
Perché questa è la grandezza di chi -con poco- rende parte di ciò che la vita dona….. Monica N.
Perché non ho mai fatto volontariato? Perché pensavo o lo faccio bene o non lo faccio, poi ho pensato ad un vecchio detto milanese che recita “Piutost che nient l’è mej piutost”. Del resto è meglio aiutare poco che non aiutare per niente. Allora eccomi qui. Buona giornata a tutti Antonio
Non so di preciso forse per sentirmi utile in questo tragico momento ma di sicuro mi è venuto dal profondo del cuore ❤️. Ivo
In generale ho sempre pensato che una comunità dove, chi può, si mette a disposizione per rendere migliore la vita di tutti, sia un posto più bello dove vivere. In particolare sono molto felice di partecipare al progetto del centro vaccinale, perché in un momento in cui tanti si riempiono la bocca della parola “territorio”, qui questa idea si è fatta realtà e indica la strada da seguire. Buon lavoro a tutti!!! Marina
Ho deciso di partecipare col mio piccolissimo contributo perché non ha senso criticare e lamentarsi sempre: se ogni singolo si impegna un pochino riusciremo di sicuro a cambiare le cose in meglio per tutti. SIlvia B.
Perché amo la Vita. Fausto